Qualche giorno fa in ufficio, durante la pausa pranzo, si parlava di umiltà.
La discussione era partita dalla riflessione su quale fosse il collega migliore con cui lavorare. Ovviamente è un discorso estremamente soggettivo, ma ci sono alcune caratteristiche che oggettivamente suscitano odio in tutti.
Un collega sosteneva che:
“Qualcuno che è in grado di fare il proprio lavoro in maniera impeccabile, ti evita tutti i problemi.”
Un’altra collega invece riteneva che fosse molto meglio lavorare con qualcuno che, seppur non perfetto nel suo lavoro, fosse aperto al dialogo.
“Quando si lavora, gli errori ci scappano, è normale, chi è impeccabile non avrebbe il coraggio di ammetterlo, chi ha un’apertura mentale più ampia, si ferma e aiuta il team a superare gli ostacoli.”
Era uno spunto piuttosto interessante. Lavorando per diversi anni nello stesso settore, si inizia a maturare una certa esperienza. Questa esperienza però, oltre a farci crescere come persona e come professionisti, rischia di farci peccare di saccenza.
La mia opinione quindi è che, seppur preparati e sicuri delle proprie azioni, non bisogna mai smettere di cercare di apprendere. Se accanto a noi siede uno stagista a cui stiamo facendo da tutor, non diamo mai per scontato il fatto che deve essere solo lui a dover imparare da noi. Può accadere che magari, anche lui ha qualcosa da insegnarci…