Quando si lavora a più progetti in contemporanea, gestire il tempo è fondamentale.
Con il passare degli anni, lavorando sempre a più progetti, sì diventa abili nel pianificare step, task e date di consegna.
Ovviamente tutto questo vale, quando il cliente sa esattamente cosa vuole e quando tu sei l’unico che lavora sul progetto.
Ma cosa succede quando si lavora in team?
Quando i componenti che interagiscono con il progetto aumentano, è vero che diminuisce l’effort di ognuno, ma aumentano anche le complessità.
Ci sono alcuni fattori che vanno considerati, e trascurarli può portare a parecchie problematiche indesiderate.
1. Comunicazione
Forse la chiave di ogni cosa. Tutti i membri del team devono costantemente comunicare e organizzarsi sulle lavorazioni in corso.
Ci sono software interessanti, come Trello o Asana che ci aiutano a gestire progetti e task condividendone facilmente i progressi con collaboratori e colleghi.
Avere un quadro completo del progetto ad in ogni momento è un modo perfetto per non sprofondare nel caos.
2. Delineare le mansioni
Sembrerebbe scontato, ma decidere sin da subito chi farà cosa, ci aiuta a spianare la strada verso il completamento del progetto.
Quando nel team ci sono risorse con la stessa competenza, è fondamentale assegnare loro compiti complementari e mai concorrenziali. Si rischierebbe di perdere tempo invece di guadagnarne.
3. Leadership
In un team di sviluppo non c’è mai un capo ma un leader. Il leader è un individuo autorevole (e mai autoritario) che fa da riferimento a tutti gli altri. Il suo compito è quello di tenere sotto controllo il quadro generale, aiutare i componenti a completare i task assegnati e limitare al minimo le situazioni di stress di tutto il team.
In genere il leader è il componente con più esperienza e con doti organizzative più spiccate. In caso di problemi, deve avere l’abilità di pianificare rapidamente i task per realizzare un’eventuale soluzione.
Non tutti sono portati per il lavoro di squadra
Mi capita spesso di lavorare con professionisti veramente abili e veloci su lavori individuali, ma non è sempre detto che siano altrettanto abili nelle collaborazioni.
Saper interagire, organizzarsi e comunicare con altri professionisti, non è un concetto scontato. Ci sono sempre alcuni limiti, il primo è ovviamente quello di rispettare le scadenze.
Se il lavoro di un collaboratore dipende dal nostro completamento di un task, indirettamente ci troviamo a dettare anche le sue tempistiche.
Entra quindi in gioco il concetto di rispetto, che è un qualcosa di estremamente delicato quando si lavora in team.
Se non c’è rispetto, o se non si riesce a raggiungere un certo feeling a livello di collaborazione, alle volte è perfino sconsigliabile questo tipo di rapporto lavorativo.
Collaborativi si nasce?
Dalla mia esperienza, non è necessario nascere “collaborativi”. Il teamwork è un’abilità che si apprende con il tempo.
Bisogna imparare a fidarsi dei propri collaboratori, non sovraccaricarli di lavoro e bilanciare bene le tempistiche delle attività che si fanno insieme.
Una volta rispettati questi semplici concetti, è solamente questione di pratica.